PRODUTTORE E REGISTA MA ANCHE ATTORE DI PROPRIO FILM
Alfredo Romio è tra i più interessanti giovani artisti che ho incontrato in questi più recenti anni, riconoscendo una personalità espressiva immediatamente già matura e configurata attraverso la conoscenza di precisi tratti estetici e mirati contenuti iconografici; un patrimonio culturale approfondito, arricchito dalla frequentazione dalla cultura musicale classica – dalla composizione al violino al pianoforte – che si pone alla base delle sue competenze e che gli ha permesso di sviluppare in tempi rapidi un percorso artistico articolatosi tra diversi cicli tematici, confermato da mirate esperienze espositive – tra Svizzera, Germania e Danimarca – e approfondimenti linguistici che intercorrono tra la pittura e la tecnologia video, il design e la comunicazione sociale, ma anche svolgendo un’attenta attività curatoriale. Alla base dei suoi interessi e quindi del suo lavoro si pone la dimensione quotidiana della propria generazione, intesa e svolta sia all'interno delle dinamiche di gruppo, ma anche in relazione con la persistente presenza, spesso ingombrante ma comunque attrattiva, di un patrimonio comportamentale ereditato dal territorio di origine – la Calabria e più specificatamente la cittadina di Corigliano Calabro – ed a cui dedica mirata testimonianza; se le due distinte aree esperienziali si confrontano e si scambiano di posizione nella realizzazione di veri e propri cicli tematici di opere, improvvise appaiono, nella redazione delle opere, le icone – “Sleep in heavenly peace” del 2018 – più drammatiche della contemporaneità sociale. Sebbene l’arco iconografico di riferimento possa apparire molto ampio, in realtà Alfredo Romio, e qui sta una componente della sua maturità emozionale, si rivela in grado di gestirne la portata con una dettagliata azione di selezione dei soggetti coinvolti, posti in relazione con le architetture e più recentemente poste all’interno nel paesaggio. In questo quadro complesso ma attentamente gestito nell’attività di redazione, dalla progettazione alla produzione di una pittura che a sua volta accetta il rischio del disequilibrio tra la tradizione figurativa e le tecnologie digitali, dobbiamo riconoscere e sottolineare la presenza, ora dichiarata ora latente, della dimensione etico-religiosa – “Trittico della Crocifissione”. Un’esperienza che si manifesta trasversale, ora insistentemente attraverso l’impiego e la rivisitazione dell’iconografia liturgica cristiana, ora indirettamente – dal sentimento di pietà, alla tenerezza dell’amore e da questa all'amicizia fraterna – sotto la spinta di una autentica e tormentata esperienza spirituale. Circondato da un gruppo di amici con competenze diverse che riescono ad interagire con gran parte del suo lavoro, ora come attori della pittura ora dei suoi video, Alfredo Romio redige un “racconto per immagini” con valore di intensa e illuminante testimonianza del presente di tutta una generazione, predispone uno storyboard narrativo in grado scorrere di fronte al nostro sguardo con quella stessa intensità che contrassegna i cicli policromi dell’antichità, dagli affreschi medievali alle predelle rinascimentali, dai tormenti della stagione barocca alle impennate di vitalità del Liberty, alle tensioni degli anni “fauves” alla “scena” americana degli anni ’60. Se le immagini di questo volume si potessero “leggere” in linea di continuità e non per singole pagine, avremmo la perfetta percezione di quanto in realtà Romio operi all’interno della successione dei fotogrammi di un suo diario visivo, produttore e regista ma anche attore di un film in cui si incontrano nella quotidianità e si intersecano l’oggi e il domani, il presente e il passato, del proprio vissuto...e per noi che lo conosciamo bene sempre ricco di un grande entusiasmo e di una professionale competenza.Se si intersecano nel presente ed in diretta relazione con la quotidianità della sua generazione, diversi ambienti ed eventi tratti dallo sviluppo del tempo sociale, il ruolo di ricucitura è svolto dalla costante fibrillazione del colore, dalle sue violente accensioni luminose e dalla fitta rete di sottolineature improvvise; la presenza, seppure centrale, del colore ha subito nell’arco degli anni ruoli diversi, rispondendo di volta in volta e con specifico peso formale, ora alla funzione di riquadratura dell'immagine – “Balconi d’Italia" del 2021 – a quella utile alla definizione dello spazio pittorico - "Genesis" del 2023 – ed in ogni caso con il disperato tentativo di contenerne l'energia gestuale e la carica aformale: giallo che dettaglia se stesso su fondo blu, rosso che ospita il verde e l’azzurro, il viola che sostiene il celeste...sono “scontri” di superfici e di contorni che si rincorrono lungo tutta la raccolta delle opere qui pubblicate, dimostrando come il singolo colore interviene in termini di indipendenza rispetto agli obblighi “descrittivi” della figurazione, per affermarsi, attraverso l’azione espressiva di Alfredo Romio, frutto di una sorta di retro-illuminazione, come autonoma fonte di luce.
ANDREA B. DEL GUERCIO
“Caleidoscopio di un sistema iconografico in equilibrio tra memoria e contemporaneità.”
ANDREA B. DEL GUERCIO
Alfredo Romio, analizzando il grande bagaglio iconografico dell’arte aulica crea, anche con l’ausilio di pratiche digitali, delle basi immaginifiche condite di estrema ironia, sulle quali interviene poi pittoricamente, dando vita a degli irriverenti santini popolari di grande formato.
STEFANO PIZZI
La realtà e i suoi resti
“La Natura è un tempio dove incerte parole mormorano pilastri che son vivi, una foresta di simboli che l’uomo attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari”
Cosi ha inizio Corrispondances di Charles Baudelaire. L’opera di Alfredo Romio sembra sempre affidarsi a queste coordinate : la valenza simbolica del reale che sotto l’ apparente superficialità del quotidiano, del familiare rivela sempre significati profondi ed articolati . Questo perché i significati non sono dati assoluti ma si spalmano sulle cose, sulle circostanze come i murales sulle superfici degli edifici, donando loro nuova vita e dignità . Ed è proprio da questo sfondo prospettico e illusionistico che si sviluppa la sua riflessione sulla vita e sulla morte , sulla eternità della forma estetica e sulla caducità della esistenza, sulla realtà e sul suo riflesso illusorio, sul falso e sul vero, sul sacro e sulla laicità della storia . Ma come ogni immagine essa mostra e al contempo nasconde, cela e contemporaneamente rivela, offrendosi sempre non come traguardo ma come partenza di un personale percorso ermeneutico , di una intima ricerca di significato.
PIERPAOLO DINELLI
Nelle opere di Alfredo Romio ogni elemento dell’atto rappresentativo, sia esso formale o cromatico, sia esso legato alla tradizione o alla personale invenzione creativa, contiene un preciso significato, collabora alla realizzazione del senso che l’immagine nella sua totalità esprime. Non è cosa da poco soggiacere ad un tale rigore che richiede non solo una costante consapevolezza di quanto si realizza, ma anche un attento confronto fra il patrimonio storico e religioso con il proprio vissuto personale. Significa, per dirla in breve, filtrare il proprio sentire, la nostra particolare sensibilità, il nostro universo di immagini attraverso le maglie a volta rigide a volta strette della tradizione. E Alfredo lo fa in maniera originale e personale partendo proprio dal suo stile, così vicino alla pop art, con il quale racconta episodi e scene tipiche della tradizione cattolica, sempre però evidenziando un particolare significato, espresso e sviluppato grazie ad un elevato numero di elementi iconici. Però, pensandoci bene, l’arte è anche – o forse soprattutto- questo: accettare ciò che la storia ci consegna e ridonarlo agli altri sotto una nuova luce, dettata dalla nostra sensibilità ed esperienza. Far rivivere quella memoria del mondo che in noi vive già, ma ancora non si è espressa.
PIERPAOLO DINELLI
(...) Come miniature che illustrano le vite dei Santi nelle Passiones e nei leggendari, o vere e proprie icone “in equilibrio tra memoria e contemporaneità” (Del Guercio 2019), le opere più recenti di Romio costruiscono una disincantata “agiografia” di Greta Thunberg. L’autore declina, attraverso la storia e l’attualità dell’eroina e la sua battaglia per il clima, le tematiche ambientali in maniera originale, in un lavoro colto e ricco di riferimenti. Non si tratta solo di una semplice celebrazione del soggetto, ma anche di un invito a riflettere sulla polarizzazione del dibattito che ha creato, su se stessa e sui temi di cui si fa portavoce, con tutte le contraddizioni che ne seguono. E proprio in estrema contraddizione, ma indissolubili nell’acrilico su banner, si vengono a trovare lo stile Pop, con le sue tinte al neon e i suoi contorni marcati e l’invito alla contemplazione, il pathos proprio dell’arte sacra.
CHIARA FINADRI
FIVE GALLERY, Lugano (CH)
Alfredo Romio interpreta nel sistema contemporaneo dell’arte una figura poliedrica, attenta ad indagare le relazioni tra presente e passato con il progressivo impiego di diversi medium espressivi quali la musica, la pittura, l’arte digitale e più recentemente la video art. Al centro della ricerca di Romio troviamo un bagaglio iconografico estratto dalla religione cattolica, posto a confronto con temi e immagini immediatamente riconoscibili. La rivisitazione di certe tematiche religiose, espresse con scelte pittoriche che sviluppano l’indirizzo pop, restituiscono una chiave di lettura attenta della tradizione ma anche provocatoriamente filtrata attraverso l’esperienza personale. Ogni elemento presente nelle opere, figlie di un processo continuo di sottrazione e di post-produzione, restituisce un equilibrio formale che esprime appieno il significato originale del lavoro.
EDOARDO DURANTE
“(...) Diversa è l’ispirazione che accompagna i lavori di Alfredo Romio, la cui matrice figurativa sembra percorrere la strada di un’illustrazione fantastica e nutrita di cultura letteraria (...)”
EDOARDO FONTANA